EXTRA POEMS

Lezione d'umiltà

01.11.2015 00:17

Orgogliosa, sofisticata e altèra, 

se solo con superbia, credi di dominare... 

forse scoprirai tardi, senza appello... 

che il mondo razionale ti ha tradito. 

 

Ma, se umilmente, non mentirai a te stessa... 

tra la folla ricercherai chi amare, 

e bacerai la mano che ti avrà schiaffeggiato! 

 

Senza viziarti, ti metterò alla prova. 

Potrai donarti, devota e in umiltà! 

Tolta la tua alterigia... sarai bella! 

 

Non saran le mie mani a farti male. 

Mi piacerà lisciare i tuoi capelli, 

mentre oltraggiose, ma... naturali carezze... 

le sentirai... oscillanti... sul delicato viso. 

 

Morbidamente... godrai dolci sferzate, 

poi, i colpi diverran duri e vibranti. 

Non servirà implorare... più rapido il supplizio. 

Sospirerai... prima di liberare le tue emozioni. 

 

Allora, capirai quanto era futile... 

volersi porre al di sopra degli altri, 

e... libera... vorrai cadere sempre più giù. 

 

Inginocchiata, ti inchinerai a baciare... 

la fonte dei tuoi massimi tormenti. 

Non sarò io a guardarti dall'alto in basso, 

solo alla fine vorrò riaprire gli occhi. 

 

Vedendoti prostrata... ti tenderò la mano. 

Brutalizzata, potresti... forse... piangere, 

comunque vada, asciugherò il tuo viso, 

e... se avrai superato la tua prova...  

finirò col scoprire un bel sorriso. 

 

Labbra 'si maliziose... mi turberan sul serio, 

ma, la tua esausta bocca riposerà, 

poichè... sarai trattata da regina. 

 

Sarò io il tuo tappeto ed il tuo trono! 

Camminerai su me, e... ti bacerò i piedi. 

Ti siederai su me... su delicati baci. 

Vinta la ritrosia, non ti accontenterai.

Profondamente vorrai... confidenze più intime. 

 

Risponderan quegli atti che non voglion parole...

espressi in un linguaggio che non sopporterai,

e... al culmine del massimo degrado... beata...

...ti sentirai una dea! Al di sopra di un re!  

 

 

Il primo e l'ultimo

10.10.2015 09:38
In un sogno... in un universo parallelo indefinito...
un papa chiese consiglio ad un Re di Verità.
( era stanco di chiedere scusa per gli errori dei suoi predecessori )
Gli disse: "Non voglio che futuri papi debbano scusarsi per le mie azioni!"
.
Il Re di Verità rispose:
"Non credo di poterti aiutare.
Sono troppo sincero, pertanto... non potresti capirmi!"
.
Il Papa lo implorò: "Non lo chiedo solo per me... illuminami!"
Il Re di Verità rivolse un lungo sguardo al Papa, poi disse:
"A te non reciterò una parabola... per te sarà ancor più arduo capire!"
.
"Presta attenzione, se saprai immedesimarti in ciò che ti dirò...
guadagnerai la capacità di poter salvare un mondo, il tuo mondo"
.
Togliendosi i sandali, il Re di Verità parlò... disse solo l'essenziale:

"Sono grato a chi mi offende...
a chi non mi svia con complimenti,
al raro amico che non s'astiene dal criticarmi,
a chi, sinceramente, mi dona la realtà del suo pensiero.

Sono grato a chi m'aiuta a riflettere,
a chi mi avverte... salvandomi dal commettere errori,
al solitario che... fuori dall'acclamante coro... vorrebbe prevenire.

Amo comprendere le importanti e preziose parole di chi mi offende.


Mai rinuncerei... anche ad un solo, ma valorosamente sincero amico,
neppure per un miliardo di devoti adulatori!"


Il Papa... prostrandosi nel porgere il catino... sentiva che il rito rafforzava il verbo,
capì l'essenza di quanto fu tanto travisato, la coerenza delle parabole di un maestro,
allora, seppe anche capire che... non si stava inchinando all'uomo, ma...alla Verità!